Lunedì 5 luglio presso il salone parrocchiale di Limidi, si è svolto un incontro di formazione dei volontari del progetto Reti di Famiglie Accoglienti, tenuto dal dott. Michele Vanzini, sull’argomento: "La fragilità familiare: quali comportamenti ricorsivi negativi compaiono in queste situazioni e sono da attenzionare".

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Alla serata hanno partecipato 35 volontari, che in gruppo hanno riflettuto e lavorato su questo tema al fine di acquisire nuove capacità e competenze sui temi dell’accoglienza.

Di cosa si parla quando si tratta la fragilità?

Prima di determinare negativamente la fragilità dovremmo chiederci che cos’è la dignità umana.

Se in determinate situazioni non riuscissimo a sintonizzarci con l’altra persona rischieremmo di sentire solo noi stessi senza pensare agli altri. L’uomo è un animale sociale e ha bisogno di altre persone. Nella vita tendiamo a sentirci non appartenenti, ma è importante capire che abbiamo un senso così come siamo, perché il problema non l’abbiamo noi singoli, ma il branco: per curare un pesce devi prima curare l’acqua. Ci viene insegnata la competitività così come ci viene insegnato che l’altra persona è un nemico e non c’è niente di più sbagliato. Se invece di giudicare vedessimo la fragilità come un modo di vibrare dell’essere umano capiremmo molte cose, come la gratuità, ossia la possibilità di fruire di un servizio senza pagamento e, quindi, la possibilità di aiutare le persone per il loro bene.

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Affiancarsi a qualcuno un po’ “sgangherato” solitamente è visto come un qualcosa di negativo quando, in realtà, è possibile che le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese o che non vogliono fare carriera ci stiano mostrando un altro modo di prendere la vita.

È importante restituire una vicinanza in famiglie che hanno queste fragilità e dire a loro che non sono così, ma che hanno questo elemento nella loro vita che non gli impedirà di fare grandi cose.

Non neutralità: anche senza parlare le persone riescono a comunicare le loro emozioni, questo accade anche in base alla distanza in cui si trovano o alle situazioni che vivono (esempio della coppia di sconosciuti). Abbiamo una sorta di bolla invisibile intorno a noi, riusciamo infatti a tollerare soltanto certi gradi di distanza: c’è chi riesce ad avvicinarsi maggiormente ad una persona sconosciuta e chi invece fatica di più, ma è comunque impossibile per noi non rappresentare ciò che sentiamo.

A volte nella vita bisogna rimanere nel fertile dubbio perché spesso le risposte non ci sono o non riusciamo ad averle immediatamente.

Michele Vanzini, formatore della serata, si presenta così: "Sono felicemente sposato, mi occupo di affido familiare, non rispondo subito al telefono, ho 4 figli. Mi piacciono: l'Appenino, Miyazaki, gli alberi da frutto, le poesie semplici e le storie complesse. Anche la carbonara e le tagliatelle. Leggo, dormo poco e dimostro la mia età. Mai stato alto in vita mia."

 

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